Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

3 dicembre 2013

"Kavafis e i Poeti". Omaggio al grande poeta greco.

Di Kavafis, poeta a cavallo tra ‘800 e ‘900, si celebrano quest’anno i 150 anni dalla nascita e gli 80 dalla morte. E sembra impossibile tanto la sua poesia ci è oggi attuale e contemporanea.
Una conferma di questa affermazione che molti ormai giustamente ripetono per questo grande poeta alessandrino si è avuta qualche giorno fa, il 25 novembre, al Teatro Vascello nella serata “Kavafis e i poeti”, organizzata dalla Cattedra di lingua e letteratura neogreca della Sapienza Università di Roma con il patrocinio dell’Ambasciata di Grecia e dell’Ambasciata di Cipro e il sostegno del Ministero della Cultura di Grecia.




Un pubblico numeroso ha infatti gremito il teatro e ha seguito con molta attenzione il susseguirsi delle letture e dei commenti dei poeti che si sono alternati sul palco per rendergli omaggio.

Sono stati invitati poeti da tre paesi: Grecia, Cipro e Italia, rispettivamente Dionissis Kapsalis, Michalis Pierìs, Daniela Attanasio, Silvia Bre, Franco Buffoni, Roberto Deidier, Biancamaria Frabotta, Elio Pecora.





Come ha sottolineato Paola Maria Minucci nella sua introduzione, l’idea di questa serata è nata sulla scia della fortuna che fin da anni lontani Konstandinos Kavafis ha avuto tra i nostri poeti: una conferma del dialogo sempre intenso e attuale tra Kavafis e le voci della nostra poesia italiana di oggi.




Le note delle "Canzoni senza parole" del compositore Michele Sganga accompagnato dai giovani Jacopo Mosesso al violoncello e Alexandros Papazoglou alla chitarra acustica, si sono alternate alla musica di Manolis Chatzidakis e del cipriota Evagoras Karaghiorghis in grande sintonia con le tematiche delle poesie lette.



2 commenti:

  1. ma sai che ho sempre pensato che battiato somigli molto a kavafis?
    splendide poesie ma inevitabilmente tradotte perdono parecchio l'atmosfera.
    irene

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  2. Ciao Irene, non avevo mai pensato a una somiglianza tra i due e l'idea mi piace. Sì in traduzione la poesia rischia di diventare un'altra, eppure ci sono esempi di traduzioni a mio avvivo, magistrali come questa di F. M. Pontani:
    Torna
    Torna sovente e prendimi,
    palpito amato, allora torna e prendimi,
    che si ridesta viva la memoria
    del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue
    allora che le labbra ricordano, e le carni,
    e nelle mani un senso tattile si riaccende.

    Torna sovente e prendimi, la notte,
    allora che le labbra ricordano, e le carni...

    (Επέστρεφε)

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