Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

17 maggio 2020

Atene in tempo di quarantena secondo Dimitri Deliolanes


Mi assale spesso, e con prepotenza, la nostalgia di Atene e non sapere quando poterci tornare mi fa patire ancora di più questa separazione. Le righe che di Dimitri Deliolanes ha scritto per l'elegante rivista letteraria la Nota del Traduttore acquietano la mia malinconia pur mantenendo vivo il desiderio di tornare nella mia città d'elezione.


La festa di vivere in centro 


Abito a Exarchia, nel centro di Atene. Mi piace molto stare qui. In tempi normali mi divertivo tantissimo ad andare in giro a piedi, usavo la metro solo per spostamenti più impegnativi. È la festa di vivere in centro; avere il privilegio di guardare questa città antica dritto negli occhi.


Il centro di Atene è molto cambiato negli ultimi decenni. Milioni di ateniesi hanno dato retta alle mode promosse dalle TV private e sono andati a vivere in quartieri residenziali, isole desertiche e lontanissime. Ora le banche mettono all’asta le tante case residenziali non finite di pagare.

Il centro si è svuotato, molte villette antiche in stile neoclassico sono abbandonate e ora occupate da senzatetto e immigrati, quando non sono pronte a crollare. È uno strazio, tutta l’architettura greca diventa polvere ma non importa a nessuno. Ne parlo con gli amici, ma mi guardano come fossi un marziano. Forse lo sono. E continuo a passeggiare, guardare e talvolta anche fotografare questi ruderi, una volta splendidi palazzi signorili. E sogno un’Atene che non c’è più.

In questo tempo di epidemia anche Exarchia è un deserto, attraversato da qualche sparuto padrone di cane. Rari gli incontri per strada quando esco. Perché a Exarchia mi muovo fra due case. C’è quella in cui abito con la mia bella, che si chiama Gogò, e un’altra, pochi metri più in là, in cui lavoro, per usare l’espressione forte cara a D’Alema. Lo studiolo è piccolino, un pied-à-terre, come si diceva una volta, pieno di libri, ritagli, giornali vecchi, riviste, cd player e un computer, dove ora batto queste righe.


La mia routine giornaliera prevede una sessione mattutina per leggere i giornali e rispondere alle mail, intervallo per il pranzo con la fedele consorte e una sessione pomeridiana in teoria più creativa. Tutto ciò per spiegare che le mie passeggiate nel quartiere le faccio, compilando un foglietto con i miei dati. Il percorso prevede una sosta all’edicola, il periptero – per chi ha fatto il classico – per i giornali e le sigarette della signora. Non più di 200 metri due volte al giorno. Giusto per sentirsi attivi.

In questo tempo di epidemia, più che scrivere, leggo. Ho un armadio pieno di libri da leggere ma c’è qualche strano incantesimo: succede che questi libri non diminuiscono mai, al contrario, diventano sempre più numerosi. È un vero mistero. [...]

Potete continuare a leggere l'articolo del giornalista e scrittore Dimitri Deliolanes con un clic qui: La Nota del Traduttore 


(Ringrazio Dori Agrosì, direttrice responsabile della rivista, per aver concesso la pubblicazione su Metafrasando)


Dimitri Deliolanes

Giornalista greco, segue l'Italia da oltre trenta anni come corrispondente della ERT (radiotelevisione pubblica greca). Ha realizzato documentari sulle relazioni tra Italia e Grecia, ha studiato la strategia della tensione e il terrorismo italiano, ha tradotto in greco diverse opere della letteratura italiana. Ha pubblicato Come la Grecia (2011), Alba Dorata (2013), La sfida di Atene (2015), Colonnelli (2019). Tutti i suoi libri sono pubblicati da Fandango. Ha scritto per Limes, il Manifesto, il Foglio e Internazionale.


2 commenti:

  1. Buongiorno da un detouriano affezzioanto a te ed alle opportunità di riflessione e di letture che ci offri! Grazie

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    1. Buongiorno caro Detouriano, mi rassicura, e dà gioia, saperti al di là di questo monitor. Buon tutto! Viviana

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