Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

8 gennaio 2012

IL CANTO DEMOTICO

L’inizio della letteratura neogreca risale al IX sec. circa. In questa epoca la lingua greca, dopo aver attraversato una fase preparatoria che ha occupato molti secoli, si è ormai conformata nelle sue specifiche caratteristiche e appare non molto diversa dalla lingua odierna. Le prime opere di letteratura neogreca sono i canti demotici.
Il canto demotico affonda le sue radici nell’antica canzone popolare, da cui spesso non si differenzia neanche nella lingua (per es. i chelidonìsmata) […] così, da migliaia di

anni, la poesia e la cultura popolare (proverbi, leggende, miti, favole, ecc.) esprimono in egual misura, l'anima del popolo.
Il canto demotico, nel modo in cui è largamente conosciuto, non è l’opera di un unico individuo, ma è plasmato dal popolo, che esprime così le sue passioni, le sue paure, i suoi ideali e il proprio spirito. La prima ideazione del canto è, naturalmente, opera di una sola persona, in seguito però, questo canto improvvisato viene preso dal popolo che lo adattata, di volta in volta, ai suoi gusti e alle sue necessità, dimenticando del tutto il primo autore; per questo il canto demotico non si mantiene in una sola forma esecutiva, ma ha molte, in base al suo luogo di provenienza.

Altra caratteristica di questo canto è lo stretto legame con la musica e il ballo. Il canto demotico pur essendo oggi considerato come opera poetica viene, infatti, eseguito in ogni festa e celebrazione, accompagnato da musica o da musica e balli insieme […].
Sotto l’aspetto compositivo, la canzone demotica si distingue per l’audacia dei suoi contenuti, per le rappresentazioni vivaci e realistiche, per l’intensa bellezza delle sue immagini, per l’amarezza e la semplicità delle sue parole. In particolare si osservano ardite personificazioni: le montagne, gli alberi, i cavalli, gli uccelli, esseri animati e inanimati parlano, soffrono come gli uomini e partecipano alle loro azioni.


Il canto demotico può essere diviso in tre cicli:
1.    canti che si riferiscono a leggende, fantasmi, draghi, sparizioni, riconoscimenti, ecc. (tali composizioni sono dette paralogés);
2.    canti con un evidente carattere storico o con origini storiche;
3.    canti che si riferiscono alle tante manifestazioni della vita (amore, matrimonio, nascita, ecc.).

Oggi, il canto demotico non viene composto quasi più, si è spento insieme a quelle comunità chiuse e isolate che ne avevano favorito la nascita. La sua ultima fioritura creativa risale all’epoca della dominazione ottomana, attraverso il canto cleftico. Ancora oggi, non è stato, tuttavia, completamente confinato o dimenticato; al contrario le sue canzoni continuano a vivere, a commuovere e a comparire, perché fanno parte dell’espressione più autentica dell’anima popolare.


(Estratto dall’antologia: ΚΕΙΜΕΝΑ ΝΕΟΕΛΛΗΝΙΚΗΣ ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΑΣ di Ν. ΓΡΗΓΟΡΙΑΔΗΣ et. al., Edizioni ΟΡΓΑΝΙΣΜΟΣ ΕΚΔΟΣΕΩΝ ΔΙΔΑΚΤΙΚΩΝ ΒΙΒΛΙΩΝ, Atene1996. Traduzione di Viviana Sebastio)





Chelidonìsmata, canti di festa




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