Tutto questo però è destinato a finire il 6 gennaio, il giorno delle luci: la benedizione delle acque e la purificazione del mondo costringe i kalikàntzaroi a tornare nell’Ade, la luce ha definitivamente trionfato e l’albero del mondo è salvo. Ma i kalikàntzaroi, naturalmente, non si danno per vinti. Infatti si rimettono subito all’opera con la speranza, questa volta, di farcela e di imporre il dominio delle tenebre sul mondo.
Gruppi di bambini circolano per le strade muniti di triangolo e fermano i passanti o bussano alla porta delle case chiedendo: “Na ta poume?” – “Possiamo cantare”? La risposta in genere è “sì”. L’esibizione viene ricompensata con una lauta mancia o riempiendo di dolci la sacca dei bambini. Le celebrazioni del dodekaìmero si concludono la mattina del 6 gennaio con una competizione di tipo “olimpico”. 
Presso laghi, fiumi, porti e bacini artificiali, il prete benedice le acque con basilico intinto nell’acqua santa e brandendo il crocifisso, poi getta quest’ultimo nell’acqua e gruppi di ragazzi sfidano il freddo dell’inverno tuffandosi per ricuperarlo.
Il vincitore è l’eroe della giornata e tutti festeggiano con un lauto banchetto. La benedizione delle acque segna la fine del periodo natalizio, il trionfo definitivo della luce sulle tenebre e il ritorno dei kalikàntzaroi nel sottosuolo.
Καλά Χριστούγεννα!




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