Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

24 novembre 2017

Dolphin Man e lo zainetto arancione

Uno zainetto a macchie arancioni appare in primo piano, insieme al mio volto, in una foto di qualche tempo fa. Camminando per Monti, forse il più bel quartiere di Roma, rivedo lo stesso zainetto, è sulle spalle di un uomo. Nessun uomo porta con sé uno zaino simile, e quindi non può essere che lui. Mi fa molto piacere rivederlo, sia lui che il suo zainetto arancione, entrambi mi riportano a due anni fa, in quell’ambiente caldo umido della piscina più profonda al mondo, l’Y-40. Avvolta nella sua luce bluastra e densa, rischiarata dai chiari riflessi azzurrognoli dell’acqua ondeggiante, collaboro alle riprese per il documentario Dolphin Man, dell’Anemon Prod. 
C’è un ininterrotto spostamento di luci, lenti, telecamere, cavalletti, eppure non si sente rumore, i suoni sono attutiti dall’elemento che in questo luogo regna, dall’acqua. In una sala gli allievi di un nuovo corso di Umberto Pelizzari si preparano, impareranno, con maestria ed efficacia, quali sono le leggi da rispettare nelle profondità marine e le regole da seguire se si vuole tornare a galla, integri. 



Nella vasta piscina altri si allenano, ritti come fusi si immergono verso il fondo per poi risalire, alternandosi in un andirivieni lento e continuo, scandito dall’assenza di respiro.
Li osservo da una postazione privilegiata, dal mio tubo trasparente che attraversa in orizzontale la piscina, sono a 20 metri dal fondo e ad altrettanti dalla superficie. Vedo gambe penzolare nell’acqua, teste affondare in un abisso protetto. Mentre appare una figura lunga e snella che elegante fluttua nell’acqua, in una sorta di danza lenta e silenziosa. È un uomo o è un pesce? È Umberto Pelizzari, è uomo, è pesce, è acqua. Sembra fondersi in un tutt’uno con questo elemento, che in fondo ha dato la vita a ognuno di noi. La videocamera lo segue, anche io lo osservo e ritorno in quei luoghi di gioia piena, di piacere puro, di quando, immersa in un’accogliente e placida baia dell’Egeo, ho sentito di poter tornare a essere un tutt’uno con l’acqua e la natura.


Una vibrazione scuote lo zainetto arancione, il suo proprietario estrae lo smartphone e mi legge il messaggio, sono congratulazioni che riceve per la sua regia di Dolphin Man, le entusiaste parole arrivano da lontano, la “pellicola” ha già girato mezzo mondo. Lui sorride è contento e soddisfatto, gongolo, anche io mi sento parte di questo successo portato dal Mare e dall’amata Grecia.

L’uomo dallo zainetto arancione è Lefteris Charitos, regista cinematografico e televisivo greco.



Dolphin Man è un film documentario di Lefteris Charitos. Direzione della fotografia di Stelios Apostolopoulos. Prodotto da Anemon Prod. (Grecia), in collaborazione con Francia,  Italia, Canada, Giappone. Anno 2017, durata 78 min.








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