Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

19 agosto 2012

GRECIA!


 
Se come me siete ancora nel caldo agostano metropolitano o se siete appena tornati da una vacanza e avete bisogno di un aiuto per riadattarvi alla città o, ancora meglio, se state decidendo dove andare per una vacanza rilassante (e volendo anche economica), potreste ascoltare questo racconto di Andrea Roncaglione (su Radio24) che vi condurrà in un suggestivo e illuminante viaggio tra le isole greche.




BUON ASCOLTO (CLICCA QUI)!




10 agosto 2012

L'eredità di Ulisse

Ho appena letto due articoli belli e appassionati.

Il primo è di Guido Ceronetti, che introduce con una meravigliosa arringa in difesa della pronuncia della lingua greca  i tre appuntamenti dedicati dal Piccolo Teatro di Milano a Ulisse:


"...Non far corrispondere foneticamente la nostra lingua al parlato vivente dei greci abitanti o in diaspora, un parlato che vive sul suolo ellenico da sempre - mutando, evolvendosi, necessariamente - è violentare brutalmente l'identità di un popolo, amputare l'essenziale di un rapporto che abbiamo, perfettamente pacifico, con una nazione vicinissima e amica. Nessun greco, se gli diciamo una qualsiasi cosa nel modo da noi imparato a scuola e nelle università, sarebbe in grado di capirci un'acca!..."

Leggerete il resto dell'articolo qui:
http://metafrasando.blogspot.it/p/leredita-di-ulisse-vale-piu-dello.html


Il secondo è di Beppe Sebaste ed è dedicato ad Theo Angelopoulos e al suo ultimo e incompiuto, purtroppo,  progetto cinematografico. 
Toccante:

"...Quando si doveva bloccare una strada provocando ingorghi, camionisti, autisti e automobilisti spegnevano il motore senza protestare e aspettavano in silenzio, sapendo che era per permettere la lavorazione di un film di Angelopoulos. Anche se molti non vedevano i suoi film, era sentito come l’alfiere di una dignità nazionale negata in quel momento di crisi, in cui la sovranità del Paese era ipotecata dalle banche..."

http://beppesebaste.blogspot.it/2012/08/lultimo-sogno-di-theo-angelopoulos.html