Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

18 febbraio 2021

Chi va su Marte e chi lontano su Andromeda


Continuo ad appassionarmi al viaggio nelle parole in musica di Thanasis Papakonstantinou, e oggi vi porto su...



Andromeda


Vai, nel centro infuocato della terra 

due uccelli si baciano tra i rami

cola lava, lava dai loro baci

e dai loro corpi cadono piume di pietra.


Vai, lì lontano, lontano su Andromeda, 

bevono lo tsipuro e mangiano sardine. 

Certe creature belle, belle e curiose, 

sono tanto sole e cercano compagnia.


Vai, lì in cima alla brulla Meluna, 

è spuntato, è spuntato un papavero 

che ha la bocca, ha la bocca e morde, 

e ripete sempre che non lo farà più.


Lì in fondo, in fondo alle mie viscere, 

qualcosa accade, accade mia signora, 

mille cavalli si aggirano alla cieca, 

in cerca di un’uscita mi sconquassano.


Qui vicino a due metri di profondità, 

hanno imprigionato, pare, la passione, 

gettano la terra che coprono di fiori

e credono così di potersi liberare.




Di Thanasis Papakonstantinou

dal suo secondo album: 

"Στην Ανδρομέδα και στη γη" (Su Andromeda e sulla terra)

Lyra, 1995.

Traduzione di Viviana Sebastio




La pubblicazione delle traduzioni – ©Viviana Sebastio –  dei brani di Thanasis Papakonstantinou avviene dietro il consenso dell'autore stesso.