Intorno al 2009 la Grecia è agli inizi della sua
crisi economica, e K. si ritrova d’improvviso disoccupato. Cerca lavoro, ma è molto
difficile per un ultra quarantacinquenne, trovare un’occupazione.
K. passa dei momenti difficili: è costretto a
tornare a vivere con sua madre e per mesi si chiude in casa e in sé stesso.
In un giorno d’inverno, ormai è un anno mezzo che
K. è alla vana ricerca di lavoro, vede, in un mercato rionale ateniese, dei
ragazzini che si contendono la frutta e la verdura marcia lasciata nei
cassonetti. L’immagine lo scuote, come è mai possibile che accada anche questo?
Torna a casa, prepara qualche toast e torna in
strada a cercare quei ragazzini. Non li trova in un primo momento, poi quando
li rintraccia, si vergogna un po’ ad avvicinarli e offrire loro il suo cibo. Allora,
si siede su un gradino per strada, scarta il primo toast e inizia a mangiarlo.
Senza volerlo, attira l’attenzione dei ragazzi, ognuno vince la reciproca
iniziale diffidenza e si ritrovano a gustare tutti insieme quello snack.
Dal quel giorno, K. comprende il potere che il cibo
ha nell’accomunarci, nell’avvicinarci l’un l’altro, al di là della nostra età,
della provenienza e dello stato sociale.
Nel dicembre 2011 K. decide di diventare un Altro
Uomo, un uomo diverso (O Allos Anthropos, Ο Άλλος Άνθρωπος)
e, con l’aiuto di alcuni amici, inizia a preparare i suoi pasti per tutti, nelle strade di Atene.
O Allos Anthropos è Konstandinos Polixronòpoulos, persona
carismatica ed energica.
Dal 2011 cucina, ogni giorno, con l’aiuto di amici
e di sconosciuti volontari, centinaia di pasti, destinati in primo luogo a chi
ne ha bisogno, ma in realtà da condividere con chiunque.
Konstandinos sottolinea che O Allos Anthropos non
fa un’attività di elemosina e non è neanche una mensa, è un quotidiano atto di
solidarietà.
Il 16 settembre ero anche io in una delle tante
piazze frequentate da O Allos Anthropos, per contribuire in qualche modo.
Eravamo in molti, e tutti desiderosi di metterci all’opera.
Kostas gridava: “Oggi mangiamo pasta al sugo di
pollo. Cuciniamo tutti insieme, ma soprattutto, mangiamo tutti insieme! Perché
siamo tutti uguali e di cibo ce n’è per tutti!”.
Così ho condiviso il mio gustoso pasto dal sapore
ecumenico, insieme a greci, a famiglie afghane, a curiosi lì di passaggio, a ricercatori
di antropologia socio-umanitaria-internazionale e chi più ne ha più ne metta e
con… no, con i giornalisti no, loro hanno fatto solo interviste e riprese, e poi
sono andati via.
L’atmosfera in plateìa Viktorias, proprio lì dove il
giorno prima la polizia aveva dovuto cacciare delle famiglie di afghani, è
stata, da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, un’atmosfera di festa e di
serenità.
Si è trattato solo di un pasto, forse, eppure il
sentimento che mi ha lasciato è di fiducia e di speranza.
Sì, perché ieri in piazza eravamo in tanti e c’erano
ancora bambini, ragazzi, intere famiglie in viaggio dall’Afghanistan verso una
destinazione più sicura, sul loro volto, segnato dalla stanchezza e
dall’incertezza, regnava, comunque, il sorriso e un portamento di grande
dignità.
Ieri in piazza Viktorias, anche i casuali passanti
si sono soffermati a chiedere con curiosità cosa stesse avvenendo, e molti di
loro hanno deciso di abbandonare gli impegni presi per partecipare alla
preparazione del desco, contribuendo con bibite, cibo e manodopera.
C’è ancora tanto da dire su Konstandinos
Polixronòpoulos, per esempio: che la sua idea si è diffusa rapidamente in varie
località della Grecia, dando vita a numerosi gruppi di O Allos Anthropos; che
la sua cucina sociale è una cucina socievole e socializzante, aperta a tutti, senza
distinzioni di sorta, perché siamo tutti migranti, poveri, pensionati,
disoccupati, senzatetto, siamo tutti esseri umani e tali dovremmo restare.
La fama di Kostas è cresciuta in questi anni, eppure
quest’uomo rimane schietto, affabile e con i piedi per terra. L’11 settembre, ad esempio, ha ricevuto per
il suo operato il Premio di Cittadino Europeo dell'anno (istituito nel 2009 dal
Parlamento europeo), ma lui lo ha rifiutato categoricamente, dichiarando che
non può accettare alcun premio da un’Europa che impone politiche di austerità che
conducono il popolo alla disperazione.
Se capitate ad Atene, cercate O Allos Anthropos
(O Άλλος
Άνθρωπος) e partecipate, contribuite,
come e quanto potete. È possibile aiutare anche a distanza, con un click qui pagina capirete come (la pagina è tradotta in più lingue).
Inoltre, sul blog di O Allos Anthropos, trovarete le date degli incontri e gli aggiornamenti. Le pagine sono in greco ma alcune sono tradotte in inglese e in italiano. Potete, in tal caso, lasciarvi aiutare dal mirabolante operato del traduttore di google.
Inoltre, sul blog di O Allos Anthropos, trovarete le date degli incontri e gli aggiornamenti. Le pagine sono in greco ma alcune sono tradotte in inglese e in italiano. Potete, in tal caso, lasciarvi aiutare dal mirabolante operato del traduttore di google.
Καλή μας όρεξη!
mi piace moltissimo questa iniziativa, uno "spezzare il pane" laico che avvicina e condivide solidarietà :)
RispondiEliminaBellissimo pensiero Claudia, grazie.
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