Un’afa pesante incombeva sull’esercito. Dal primo generale fino all'ultimo soldato eravamo tutti scontenti della nuova politica di Alessandro. Dopo averci obbligati a sposare le donne, a indossare i turbanti e le uniformi dei persiani, ora, come se non bastasse, ci imponeva di prostrarci tutti, nessuno escluso, ai suoi piedi. Prostrarsi ai suoi piedi, noi? Noi che avevamo combattuto per portare ai barbari libertà e cultura! Molti compagni venivano a dirmi: «A te ti ascolta, perché non gli parli?». «E cosa dovrei dirgli? Alessandro non ascolta nessuno» rispondevo, ma dopo molte insistenze mi convinsi. In fin dei conti ero il suo amante.
Una mattina Alessandro ci convocò in assemblea. Vidi i generali cadere uno a uno prostrati ai suoi piedi, il sangue mi salì al cervello. Ritto e a testa alta entrai nella sala. «E tu perché non ti prostri al mio cospetto?» mi chiese contrariato Alessandro. Risposi a voce alta, affinché mi sentissero tutti: «Se non ti basta che io sia Clito, sappi che sono Macedone e che non so prostrarmi. Ti ho servito fedelmente in tutte le spedizioni e non mi sono mai lamentato di nulla, sono stato il tuo amico e tu sei stato il mio comandante. Ma ora che sei diventato satrapo…».
«Chiudi il becco!» urlò Alessandro, rosso come il fuoco per la rabbia. «Pagherai a caro prezzo queste tue parole!». Furente scese dal trono - barcollava accecato dall'ebbrezza - mi si accostò e, prima che potessi difendermi, estrasse la sua spada e me la conficcò con veemenza nel cuore. Caddi e morii lì, ai suoi piedi, ma non mi prostrai.
Clito di Dinos Christianòpoulos
Traduzione di Viviana Sebastio
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è stato poeta, narratore, traduttore, critico letterario, editore (1931-2020, Salonicco).
La sue poesie erotiche e sensuali evocano Kavafis, ma emanano al contempo suggestioni proprie e originali.
Christianòpoulos ha scritto anche testi sulla società che lo circonda, realtà che spesso gli è apparsa sciocca e intollerante e “le sue innocenti parole cattive” sono state più volte condannate dalla Chiesa e dai letterati stessi.
Dichiarava, nel 1979, di essere contro: contro le onorificenze e contro i premi, perché sminuiscono il valore degli uomini; contro gli sponsor, contro lo Stato; contro i giornali, perché non scrivono ciò che andrebbe scritto; contro ogni tipo di ideologia, di qualsiasi colore essa fosse.
Christianòpoulos è sempre stato un uomo dall’animo combattivo e passionale.
Una manciata di anni fa, ho avuto l’onore di ricevere una sua lettera, in cui, con una grafia minutissima, scriveva:
«Ευχαρίστως. Ευχαριστώ. Ντίνος Χριστιανόπουλος» (Con piacere. Grazie. Dinos Christianòpoulos) dandomi così la sua autorizzazione a pubblicare, in mia traduzione, Clito, questo suo racconto da me molto amato. Spero vi sia stato gradito.