Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

21 marzo 2012

È PRIMAVERA!



Oggi è Primavera!

Καλή Άνοιξη σε όλους!
Buona primavera a tutti!

Nella lingua greca Primavera si dice (η) Άνοιξη [àniksi], parola che arriva da tempi lontani. Deriva dal verbo grecoνοίγω, ossia aprire, aprirsi, iniziare, per esprime dunque, proprio il risveglio della natura.
Non è un caso se il mese della Primavera per eccellenza, cioè Απρίλιος (Aprile) proviene dal verbo latino aperio, ossia aprire.

Ghiannis Ritsos ha scritto una bellissima poesia dedicata a questa stagione, mi permetto di tradurne una strofa.
Un buon risveglio a tutti!

Da  Άνοιξη (Primavera) 
di Ghiannis Ritsos

[...] Stasera abbiamo dormito tra le braccia della primavera
poggiando la testa sul cuore suo.
Sentivamo nel sonno il respiro degli uccelli e del nostro cuore.
La mattina al risveglio, abbiamo visto il cielo passeggiare nella
nostra stanza come un uccello azzurro dagli occhi d'oro che beccava
le briciole delle ombre rimaste dalla sera prima sul pavimento [...]




14 marzo 2012

CLITO di Dinos Christianòpoulos



Un’afa pesante incombeva sull’esercito. Dal primo generale fino all'ultimo soldato eravamo tutti  scontenti della nuova politica di Alessandro. Dopo averci obbligati a sposare le donne, 
a indossare i turbanti e le uniformi dei persiani, ora, come se non bastasse, ci imponeva di prostrarci tutti, nessuno escluso, ai suoi piedi. Prostrarsi ai suoi piedi, noi? Noi che avevamo combattuto per portare ai barbari libertà e cultura! Molti compagni venivano a dirmi: «A te ti ascolta, perché non gli parli?». «E cosa dovrei dirgli? Alessandro non ascolta nessuno» rispondevo, ma dopo molte insistenze mi convinsi. In fin dei conti ero il suo amante.
Una mattina Alessandro ci convocò in assemblea. Vidi i generali cadere uno a uno prostrati ai suoi piedi, il sangue mi salì al cervello. Ritto e a testa alta entrai nella sala. «E tu perché non ti prostri al mio cospetto?» mi chiese contrariato Alessandro. Risposi a voce alta, affinché mi sentissero tutti: «Se non ti basta che io sia Clito, sappi che sono Macedone e che non so prostrarmi. Ti ho servito fedelmente in tutte le spedizioni e non mi sono mai lamentato di nulla, sono stato il tuo amico e tu sei stato il mio comandante. Ma ora che sei diventato satrapo…». 
«Chiudi il becco!» urlò Alessandro, rosso come il fuoco per la rabbia. «Pagherai a caro prezzo queste tue parole!». Furente scese dal trono - barcollava accecato dall'ebbrezza - mi si accostò e, prima che potessi difendermi, estrasse la sua spada e me la conficcò con veemenza nel cuore. Caddi e morii lì, ai suoi piedi, ma non mi prostrai.

Clito 
di Dinos Christianòpoulos
Traduzione di Viviana Sebastio

***


Dinos Christianòpoulos 

è stato poeta, narratore, traduttore, critico letterario, editore (1931-2020, Salonicco). 
 
La sue poesie erotiche e sensuali evocano Kavafis, ma emanano al contempo suggestioni proprie e originali. 
Christianòpoulos ha scritto anche testi sulla società che lo circonda, realtà che spesso gli è apparsa sciocca e intollerante e “le sue innocenti parole cattive” sono state più volte condannate dalla Chiesa e dai letterati stessi.
Dichiarava, nel 1979, di essere contro: contro le onorificenze e contro i premi, perché sminuiscono il valore degli uomini; contro gli sponsor, contro lo Stato; contro i giornali, perché non scrivono ciò che andrebbe scritto; contro ogni tipo di ideologia, di qualsiasi colore essa fosse. 
Christianòpoulos è sempre stato un uomo dall’animo combattivo e passionale.
Una manciata di anni fa, ho avuto l’onore di ricevere una sua lettera, in cui, con una grafia minutissima, scriveva: 
«Ευχαρίστως. Ευχαριστώ. Ντίνος Χριστιανόπουλος» (Con piacere. Grazie. Dinos Christianòpoulos) dandomi così la sua autorizzazione a pubblicare, in mia traduzione, Clito, questo suo racconto da me molto amato. Spero vi sia stato gradito.



6 marzo 2012

Frammenti d'Arte e Poesia tra Italia e Grecia


 ….arriva il Mare e
i suoi relitti naufragano e 
giacciono esausti sulla sabbia.
Sospinti dall'Egeo e 
asciugati dal Meltemi, 
spettatori di chissà quali e quante storie.
Resti salmastri che attraversano lo Sguardo e la Mano di Iskandart
e si trasformano in veliero di fortuna
che naviga il nostro mare onirico o 
in imbarcazione leggera
che gettata l'ancora in Mare aperto
si lascia cullare dalla corrente,
mentre a bordo 
un Piccolo Marinaio meditabondo mormora: 
...arriva il Mare....”