Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

10 ottobre 2012

La lunga questione della lingua greca contemporanea...in breve



La questione della lingua greca risale all'età classica, epoca in cui molti scrittori vollero usare, per motivi culturali e nazionalistici, una lingua arcaicizzante col conseguente abbandono della coeva Κοινή, lingua da considerare il punto di partenza per la storia della lingua greca medievale e moderna.

Anche nel periodo Bizantino e nei primi secoli dell’occupazione Turca, la lingua scritta è arcaicizzante e vede la contemporanea presenza di una lingua orale comune (che in realtà si differenzia di regione in regione).
Verso la fine del XVIII sec. cresce sempre più una coscienza nazionale che, insieme al  problema della liberazione dai Turchi, fa sentire con crescente insistenza, la necessità di avere una lingua nazionale. 
Ma quale dovrebbe essere questa lingua unificatrice, dal momento che nel territorio ellenofono coesistono molte varietà della stessa lingua?

Nascono diverse fazioni, tra le quali ne emergono principalmente due, che svolgeranno un ruolo decisivo nell'evoluzione della lingua: l’una propone una lingua pura, la cosiddetta katharèvusa (καθαρεύουσα) ovvero una lingua vicina a quella classica e purificata da elementi dialettali e turchi; l’altra  sostiene, invece, la lingua del popolo ossia la dimotikì (δημοτική), la lingua comune e basata su idiomi del Peloponneso. La katharèvusa è una variante linguistica artificiale, perché è stata creata a tavolino, mentre la dimotikì è la lingua del popolo, che assume una grande valenza politica, perché è la lingua utilizzata anche dai combattenti per la lotta di liberazione dalla turcocrazia.