Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

LA GUERRA GRECO-TURCA (1919-1922)



Fin dall’antichità, un numero considerevole di ortodossi di lingua greca ha condiviso pacificamente insieme ad armeni, ebrei e turchi, i territori dell’Anatolia fino alle coste orientali dell’Egeo.

Prima dello scoppio della Grande Guerra, i greci in Turchia erano circa 2,5 milioni.
Nel 1915, per mano dei Giovani Turchi viene compiuto un genocidio di massa nei confronti degli armeni e dei greci della regione del Ponto e dell’Anatolia orientale.

Nel 1920, con il Trattato di Sèvres, alla Grecia vengono assegnate l’Anatolia e la Tracia, con l’esclusione di Costantinopoli (è così che i greci originari di quest’area chiamano ancora oggi l’attuale Istanbul), di Smirne e della sua regione, che restano fuori dallo Stato greco.
Il Governo ellenico non si rassegna a tale perdita, vuole annettere alla Nazione anche quei territori per realizzare H Μεγάλη Ιδέα (La Grande Idea), ovvero il progetto di recuperare i territori appartenuti all’Impero Bizantino e di unificarli sotto un unico grande Stato unitario.
Per contro, anche Mustafa Kemal Atatürk vuole riprendere quelle aree che considera ancora turche.
Questa tensione porterà alla dura e tragica Guerra greco-turca (1919-1922) in Asia Minore.
Durante le fasi iniziali del conflitto, l’esercito greco raccoglie molte vittorie, fino alla Grande Offensiva turca del 1922, che provoca la fuga di migliaia di civili greci e armeni dall’Asia Minore verso Smirne.
Mustafa Kemal Atatürk emette un proclama al suo popolo: minaccia di morte chiunque molesterà i civili non turchi, ma i suoi ordini vengono del tutto disattesi. Un gran numero di greci, ebrei e armeni saranno, comunque, massacrati dall’esercito turco rivoluzionario.
In quei drammatici giorni, Smirne viene saccheggiata e devastata da un enorme incendio, quanti riescono a sfuggire al massacro dell’esercito, finiscono in mare per salvarsi dalle fiamme. Solo alcune delle numerose navi attraccate al porto di Smirne daranno soccorso e riparo ai superstiti, ma molte di quelle navi straniere rispetteranno l’ordine della neutralità.
Questo terribile episodio storico è ricordato come la Catastrofe del ’22.
Nel 1923, con il Trattato di Losanna, è sancita la pace tra Grecia e Turchia, ma viene anche stabilito lo scambio forzato delle popolazioni, provocando l’arrivo in Grecia di un milione e mezzo di profughi ovvero di uomini e di donne espropriati di tutti i loro beni.

Nel settembre del 1955 (τα Σεπτεμβριανά, gli Eventi di Settembre), un’ulteriore tragedia colpisce la minoranza greca di Smirne: un pogrom, organizzato dai nazionalisti turchi, provoca la distruzione e devastazione delle abitazioni e delle attività commerciali greche. Ancora una volta si contano centinaia di vittime e la presenza greca in quell’area subisce un’ulteriore drastica riduzione.


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