Brevi
notizie dalla Grecia dove continuano gli scioperi contro le misure di
austerità adottate dal Governo: proseguono i tagli sugli stipendi e
sui servizi e di pari passo protestano i greci con scioperi che
coinvolgono il settore del trasporto e della sanità.
Oggi due attentati, uno ad Atene e uno a Salonicco, hanno scosso il Paese.
I probabili obiettivi erano una banca e un palazzo governativo.
Le conseguenze non sono state gravissime, se non il ferimento lieve di due
persone e dei danni ad automobili ed edifici.
Nella
settimana appena conclusa, il Parlamento ha approvato l'istituzione
di una commissione d'inchiesta che indagherà sull'ex ministro delle
finanze Giorgos
Papaconstantinou, accusato
di aver cancellato i nomi dei suoi familiari dalla famosa lista
Lagarde, contenente i
nomi di 2.059 politici e imprenditori greci, presunti evasori
intestatari di un conto corrente in Svizzera.
E sempre in quest'ultima settimana, mentre il paese stenta ad andare avanti, il viceministro delle Finanze Christos Staikouras ammette di aver approvato l'esborso astronomico di quasi 12 milioni di euro per parcelle finalizzate a consulenze finanziarie e si indaga sulla presunta appropriazione indebita di alcuni funzionari pubblici che avrebbero usati soldi pubblici per scopi privati, altri 12 milioni di euro.
Evasione,
debito pubblico, improntitudine e corruzione (quanto in comune con l'Italia!), ma dov'è la Democrazia?
Con l'approssimarsi delle nostre elezioni politiche, vi invito a leggere un articolo scritto dallo storico e filologo Luciano Canfora, pubblicato dal Corriere della Sera qualche mese fa eppure molto adatto a agli eventi di questi giorni.
Noi e loro GRECIA
Un
bell' insegnamento del pensiero politico ateniese è che non si deve
rischiare di cadere in schiavitù per debiti. Fu Solone (arconte nel
594/3 a. C.) a far sì che si affermasse questo principio. Egli
cancellò i debiti per i quali il pegno era il terreno del debitore o
addirittura la sua libertà personale. Il debito non può essere un'
ipoteca su esseri umani e perciò, in nome della libertà, va
cancellato. Questo principio coraggioso imbarazzerebbe molti
«finanzieri» del tempo nostro nonché i responsabili delle
strutture bancarie, che sull'altrui indebitarsi prosperano.
Del
resto una forte corrente di pensiero politico moderno, nella seconda
metà del secolo XX, su impulso di una figura notevole come François
Mitterrand, pose il problema della cancellazione del debito di alcuni
Paesi del Terzo e Quarto Mondo. Fu una scelta schiettamente
«soloniana» che, nel tempo, ha dato frutti positivi. Solone seppe
anche andare ad imparare dagli altri, da popoli di antichissima
civiltà come gli Egizi. Una scelta - questa - che si pone agli
antipodi rispetto all'autosufficienza miope. Solone fu anche
allarmato preconizzatore dei rischi del potere personale, della
«tirannide». «Tirannide» - termine che vive in tutte le civiltà
politiche - è parola greca dal significato, in origine, non
negativo. Indicò dapprima un ruolo di mediatore piuttosto che di
despota. Caratteristica del «tiranno» era, in ogni caso, l'
assunzione di un ampio potere, fondato su di un iniziale consenso ma
ben presto protratto senza limiti di tempo e sorretto con strumenti
quali la guardia del corpo armata e la violenza contro gli oppositori
non remissivi. Solone previde questo sviluppo della «tirannide» che
un abile demagogo, Pisistrato, era riuscito ad assumere in Atene
(561-527 a. C. con un intervallo ed un plateale «rientro»).[...]
Nel
lessico ateniese «popolo» (demo) e «democrazia» sono sinonimi:
anzi «popolo» è parola che indica al tempo stesso sia il soggetto
sociale della democrazia (il popolo) che il regime politico fondato
sul potere popolare (democrazia). Spesso si dimentica questa
peculiarità lessicale, che è anche sostanza. La legittimità della
democrazia ad Atene è fuori discussione nel momento in cui essa è
la forma politica che si identifica con la comunità stessa. Che la
tirannide nascesse da un significativo consenso popolare era però
fenomeno imbarazzante. I critici della democrazia ponevano perciò l'
accento proprio sull'elemento tirannico insito, a loro giudizio,
nella democrazia. Elemento tirannico che si presenta sotto due
aspetti: la incontrollata imposizione di una volontà popolare (la
«dittatura di maggioranza» che si pone al di sopra della legge) e
la nascita dall'interno stesso del meccanismo assembleare-democratico
di figure demagogiche particolarmente influenti e carismatiche, che
realizzano di fatto una forma di «tirannide», o meglio di potere
che gli avversari ritengono di poter definire tirannide. Naturalmente
tutto ciò appare a noi oggi come esperienza tutt'altro che remota,
anzi senz'altro vivente e attuale. Oltre tutto le parole con cui
tutto questo genere di fenomeni si esprime sono le medesime che
adoperiamo noi oggi, e nelle più diverse lingue (democrazia in
particolare è diventata sic et simpliciter anche parola turca).[...]
Il
pensiero politico greco si è anche posto il problema del valore di
una nozione a prima vista solo numerica quale «maggioranza». I
critici (ed erano numerosi) della procedura decisionale a maggioranza
(cioè democratica) ponevano, in toni talora accesi talora pacati, la
questione della competenza come pietra miliare da opporre alla mera
legge del numero. Né si può dire che siano stati escogitati
argomenti particolarmente convincenti in antitesi a tale obiezione.
(Semmai si può osservare che Aristotele, nella Politica, approda
alla svalutazione della «legge del numero» per altra via, quando
osserva che democrazia non è il governo della maggioranza ma il
governo dei poveri, i quali peraltro - soggiunge - spesso sono anche
maggioranza). L' istanza ricorrente del necessario predominio della
competenza era tipica della critica oligarchica alla democrazia
(Platone, Crizia etc.). Di fatto però competenza era un modo
eufemistico per dire ricchezza. In tempi a noi più vicini quella
istanza divenne l' architrave della critica di parte liberale alla
democrazia (per tutto il secolo XIX questa fu la contrapposizione
dominante, specie in Europa). In tempi a noi ancor più vicini la
prevalenza del principio democratico su quello liberale, affermatasi
ad es. nelle codificazioni «costituzionali» del secondo dopoguerra,
è venuta declinando, e ha ceduto il passo al ritorno in grande stile
del predominio dei «competenti»: o di coloro che, intrinseci al
mondo arduo della finanza, si pretendono tali.
Luciano Canfora
da: http://archiviostorico.corriere.it/2012/giugno/17/Noi_loro_GRECIA_co_9_120617018.shtml
Bel post, molto interessante! Grazie! (Sto leggendo "Entra di buon mattino nei porti" di Giuseppe Zanetto; mi sembra un gran bel libro.)
RispondiEliminaGrazie Andrea per l'apprezzamento e mille grazie per aver suggerito questo libro che leggerò sicuramente. Le tue osservazioni sono sempre preziose.
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