Il mio primo viaggio in
Grecia è iniziato quasi per caso: desideravo fare una vacanza rilassante ed
economica, lontana dall’Italia, ma non troppo, dove ci fosse un bel mare e buon
cibo, destinazione scelta: Lefkada.
Sbarcata sull’altra
sponda dello Ionio, cerco la corriera che mi conduca a Preveza, per poi da lì,
con un altro autobus e un traghetto, raggiungere l’isola bianca.
Durante il viaggio
ascolto i passeggeri parlare tra loro e, seppure io non comprenda il
significato di ciò che dicono, il suono carezzevole di questa lingua mi incanta
e la sua morbida melodia mi parla all’anima.
È
un’epifania di suoni, colori e profumi, messaggi diretti al cuore. Vedo qua e
là su cartelli stradali e insegne, il susseguirsi delle lettere dell’alfabeto
greco, un alfabeto che con i suoi segni si mescola e si confonde col paesaggio:
altroché lingua “morta”! Anni più tardi, è nelle parole del poeta greco Odisseas
Elitis, premio Nobel per la Letteratura, che troverò la descrizione di queste
sensazioni generate da «un’ortografia, dove ogni omega, ogni ipsilon, ogni
accento acuto o ogni iota sottoscritta non sono che un golfo, un declivio, una
roccia a picco sulla linea curva di una poppa che emerge, vigne fluttuanti,
architravi di chiese, il bianco o il rosso, qua e là, di colombaie e gerani» ("Pubblico e privato", in “Il metodo del dunque”, traduzione di Paola Maria Minucci, Donzelli Editore, qui in e-book).
Il
mio primo viaggio in Grecia è stato più di una bella vacanza, perché si è
trattato anche di un viaggio interiore, in luoghi stranieri eppure familiari.
Un viaggio che, inconsapevolmente, mi ha ricondotta nei lontani paesaggi della
mia infanzia, trascorsa nell’assolata Puglia; luoghi che avevo lasciato col
corpo e che avevo accantonato nella memoria.
Tornata
in Italia, ho provato il forte desiderio di dare voce a questo mio “nuovo”
altro lato dell’anima e di trovare il giusto linguaggio per esplorare e capire
mie lontane memorie. Inoltre, ero ancora fortemente attratta dal suono e dalle
forme della lingua greca “viva”, non solo mezzo di comunicazione, ma, citando
ancora Elitis, strumento di «magia».
La
soluzione si è presentata una mattina, in occasione di un mio tour informativo all’Università La
Sapienza, durante il quale ho scoperto l’esistenza di un Dipartimento di Lingua
e Cultura Neogreca, diretto con passione dalla prof.ssa Paola Maria Minucci. In
quella occasione, ho subito compreso di aver trovato il posto giusto per
proseguire la mia “ricerca” formativa ed esistenziale. Infatti, i corsi di
Letteratura e Cultura Neogreca a cura della prof.ssa P. M. Minucci e le lezioni
di Lingua tenute dal prof. Antonio Fyrigos, mi hanno guidata, nel tempo, in un
viaggio bellissimo ricco di conoscenza, di studio, di incontri formativi e di gioiosa
cooperazione e condivisione tra discenti e docenti.
Un viaggio verso la “mia
Itaca”, per il quale faccio i voti che sia ancora molto lunga la via.
Piccolo album dei ricordi:
Soggiorno ateniese con borsa di studio presso l'Università Nazionale Kapodistriakon di Atene |
Ad Atene, in compagnia del noto cantante D. Savvopoulos, prima del suo concerto romano organizzato dalla Cattedra. In tale occasione, il cantautore ha eseguito alcuni suoi brani in italiano pubblicati da Bulzoni), tradotti dagli studenti nel corso di un seminario di traduzione. |
Soggiorno con borsa di studio presso l'Istituto IMXA di Salonicco |
Una delle tante manifestazioni culturali dedicate al mondo greca, organizzate dalla Cattedra e realizzate con l'attiva ed entusiasta collaborazione degli studenti |
Isola di Paros, incontro con la scrittrice Ioanna Karistiani
a conclusione di un workshop di traduzione,
organizzato
dalla Cattedra di neogreco della Sapienza Momento di relax in una taverna ateniese, in compagnia di docenti, studiosi e traduttori, alla fine di una lunga e interessante giornata trascorsa al Convegno organizzato in onore del poeta Odisseas Elitis. |
"Appartengo
a un piccolo paese. Un promontorio roccioso nel Mediterraneo, niente lo
contraddistingue se non gli sforzi della sua gente, il mare e la luce del sole.
E' un piccolo paese, ma la sua tradizione è immensa ed è stata tramandata nel
corso dei secoli senza interruzione. La lingua greca non ha mai cessato di
essere parlata."
Dal discorso di Giorgos Seferis in occasione dell'assegnazione del premio Nobel (1963).
il 2 novembre di 103 anni fa nasceva Odisseas Elytis di cui hai riportato le meravigliose parole per descrivere la lingua greca. Buona occasione per riprendere in mano l' Aξιον Εστι.
RispondiEliminairene
Grazie Irene, condivido! Ritengo che la Poesia di Elytis faccia bene all'anima e al cuore e in quanto tale è intramontabile.
EliminaChe bella storia! Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Andrea!
RispondiEliminaCome ti capisco... infatti anch'io sono caduto nella trappola e sto seguendo un corso di neogreco presso la Comunità Ellenica di Napoli e Campania.
RispondiEliminaISOLE-GRECHE
Καλή σας συνέχεια!
Elimina