Kostas Balafas (Κώστας Μπαλάφας) nasce nel 1920 a Kipseli, tra le montagne di Arta, da una coppia di poveri contadini, Ghiorgos e Archondoùla. “Dove sono nato io, gli uomini lottano per la sopravvivenza e coltivano una terra arida e secca. Diresti che la spremono con le mani nude e la annaffiano con il sudore, pur di ottenerne i frutti. L’unica via di salvezza era l’emigrazione, un sogno piuttosto ingannevole. Il messaggio imperante, rivolto soprattutto ai giovani, era: ‘Vattene, se ti vuoi salvare’. E molti se ne andarono…”, racconta lo stesso Balafas.
Appena
undicenne, Kostas Balafas arriva ad Atene e lotta per la sopravvivenza.
La mattina andavo
al lavoro e la sera a scuola. Fu così sino al 1936, quando tornai nei pressi del
mio paese, per studiare alla Scuola Lattiero-casearia di Ioannina.
Dopo il buon
esito del mio corso biennale di studi, per specializzarmi mi recai un anno in
Italia, dove imparai anche la lingua. Nel 1939, ritornai a Ioannina, dove fui
assunto come impiegato specializzato nella Scuola Lattiero-casearia. Lavoravo
ancora lì, quando scoppiò la guerra e iniziò l’Occupazione”.
Il suo primo
contatto con la fotografia e con la macchina fotografica, avvenne all’età di
tredici anni, quando, dall’America, arrivarono alcuni parenti del suo datore di
lavoro. Costui organizzò una gita per mostrare loro le bellezze dell’Attica.
Gli americani
avevano una piccola fotocamera di facile uso, una Braun della Kodak. Avevano bisogno, però, di qualcuno che scattasse le fotografie alla famiglia e il compito
fu affidato al giovane Balafas. “Quando
capii che la macchina che avevo tra le mani, poteva fissare sulla carta le
immagini che vedevo, ne rimasi incantato …”, racconta il fotografo.
Quella nuova esperienza
lo segnò definitivamente. Dal quel momento in poi, non desiderò altro che possedere
una macchina fotografica tutta per sé.
Era studente a
Ioannina, quando acquistò la sua Junior Kodak, vendette anche il suo orologio
per raggiungere la cifra necessaria. In seguito, durante il soggiorno in Italia,
sostituì la sua Junior con una Robot. Grazie all’amicizia con un ragazzo che
lavorava per il fotografo del quartiere, Balafas imparò l’arte della camera
oscura.
Kostas Balafas al fronte |
Con la sua
macchina fotografica, il giovane Kostas era destinato a immortalare il
passaggio dell’esercito greco sul confine albanese, l’Occupazione e la lotta
armata dell’ELAS in Epiro. Le pellicole, allora, erano quasi introvabili, ma la
fortuna aiuta gli audaci! Nel novembre del 1940, le truppe greche colpirono e
abbatterono uno dei primi bombardieri italiani, il quale precipitò a Kaloùtsiani,
nei pressi di Ioannina. Tra i rottami sparsi del velivolo, gli abitanti trovarono
una scatola metallica timbrata, contenente molti metri di pellicola Ferrania
Capelli, utilizzata per la fotografia aerea. Per la gente del luogo quel
materiale era inservibile, mentre era preziosissimo per l’apprendista fotografo.
Balafas ottenne la scatola in cambio di alcune once di farina di mais, alimento
molto difficile da reperire in quel periodo. Grazie a questa pellicola e alla
sua piccola Robot italiana, Kostas riuscì a immortalare molti dei crimini che le
truppe occupanti commisero in Epiro, come anche le successive azioni partigiane.
Non era un fotoreporter e tantomeno si trovava al fronte casualmente: Balafas
era un partigiano-combattente e un fotografo temerario.
Comandanti dell'ELAS. Zagori, inverno del 1944. |
La sua
audacia nel pensiero e nell’azione appariva lampante, quando immortalava le
scene degli efferati delitti compiuti dagli occupanti italotedeschi, proprio
davanti ai soldati stessi, rischiando, ogni volta, un processo sommario e un’esecuzione
immediata. Il suo coraggio si manifestava anche quando, esponendosi senza
timori, fotografava i suoi commilitoni nel pieno della battaglia.
I partigiani Todoulos e Faridis |
Una prova
tangibile del suo coraggio e della sua astuzia, proviene dalle fotografie che scattò,
nel marzo 1944, ai corpi esanimi dei partigiani Todoulos e Faridis, mentre
erano ancora appesi tra due platani, sulle sponde del fiume di Ioánnina. A
scopo dimostrativo e intimidatorio, i tedeschi consentivano alla popolazione di
avvicinarsi a quel luogo, sorvegliato da una sentinella. Kostas Balafas fece
prima un rapido sopralluogo, poi ritornò con un sacco pieno di cipolle tra le
braccia, nel quale aveva, in precedenza, nascosto la sua macchina fotografica. Grazie
a un foro praticato in corrispondenza dell’obiettivo, Kostas poté immortalare a
distanza ravvicinata, la drammatica immagine, lasciando nella storia una delle più
significative testimonianze dell’Occupazione.
Αλτ! Τι έκανες σήμερα πατριώτη για τον αγώνα; ALT! PATRIOTA COSA HAI FATTO OGGI PER LA LOTTA? |
D’altronde,
anche la fotografia del partigiano mitragliere che cade ferito con l’arma in
mano, durante un’imboscata tedesca a Grammenochòria, denota l’impavidità di Balafas
e dimostra la sua risolutezza nel voler immortalare la Resistenza in Epiro.
[…]Balafas
salì sulle montagne dell’Epiro e si arruolò nell’ELAS, avendo con sempre con sé,
la sua inseparabile macchina
fotografica.
[…]
Gli anni
della Seconda Guerra Mondiale, dell’Occupazione e della sua partecipazione alla
lotta armata, costituirono una tappa fondamentale nella sua vita, che resterà segnata
da questi eventi. È una grande fortuna che il fotografo abbia raccolto la sua
preziosa opera storica e artistica e, in particolare, la sua testimonianza
fotografica della Resistenza, in un album straordinario, che lui stesso ha arricchito
con suoi drammatici racconti.
[…]
Brani tratti dalla libro "Ο Κώστας Μπαλάφας και η Ελλάδα του" di Κώστας Μπουμπούρης , 2010 ("Kostas Balafas e la sua Grecia" di Kostas Boubouris). Traduzione di Viviana Sebastio
Kostas Balafas muore il 9 ottobre 2011 all'età di 91 anni, lasciando una grande eredità artistica e un'enorme quantità di fotografie che testimoniano decenni di storia greca. Non ha immortalato solo la Guerra, ma anche la quotidianità dei suoi compatrioti, dalle isole alle montagne dell'Epiro.
Potete sfogliare i suoi corposi album seguendo questo link: Album di Kostas Balafas.
Bellissimo post, grazie Viviana!
RispondiEliminaΠολυ ωρεο, ευχαριστώ
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