Un rimedio c'è: cedere, ma con onore; basta distendersi in un luogo fresco, ventilato e immergersi nella lettura di un buon libro.
Il dove e il come decidetelo voi, io posso darvi alcuni consigli di lettura.
Inizio con la prolifica autrice greca Soti Triandafillou e con il suo nuovo romanzo Scatole cinesi, tradotto (dal greco moderno) dalla brava Giuseppina Dilillo (Voland, pag. 211, € 14,00), ce ne parla lei stessa:
"Le scatole cinesi, come le matrioske russe, sono una serie di scatole inserite una dentro l’altra, l’ultima, la più piccola, non si apre, conserva per sé il suo segreto e il suo prezioso contenuto. I fatti narrati in questo libro si concatenano l’uno all'altro come scatole cinesi, un elemento porta a un altro e poi a un altro ancora, nella speranza continua di giungere a una conclusione che però non arriva. Nonostante l’assenza del classico “lieto fine”, il libro rispetta ugualmente il criterio aristotelico della “catarsi”. La differenza rispetto alla letteratura di genere noir a cui Scatole cinesi appartiene, e la firma distintiva di Soti Triantafillou, sta nel fatto che la “catarsi” non è intesa come purificazione della società dal male (l’arresto dell’assassino e il trionfo del bene sul male), ma diventa una questione personale del protagonista, del solitario detective Malone...continua a leggere qui".
"La storia narrata in Ritorno a Delfi è molto semplice: protagonisti quasi esclusivi sono la cinquantaduenne Vivì Cholevas e il figlio Linos, trentenne, condannato all'ergastolo. Approfittando di una licenza premio di cinque giorni che il tribunale ha accordato al giovane (condannato nel 1997, la storia del romanzo si svolge nel 2007), Vivì decide di concedere a se stessa e al figlio una breve vacanza nella zona archeologica di Delfi, l'ombelico del mondo antico, nella speranza di recuperare il rapporto con Linos, nel contempo vittima e carnefice, e di rivelargli che dieci anni prima è stata proprio lei a denunciarlo alla polizia e a farlo incarcerare. Nel corso della narrazione emergono tutti i dettagli relativi all'infanzia e all'adolescenza di Linos, al disadattamento del ragazzo, alla storia personale di Vivì, al modo in cui quest'ultima scopre che il figlio è uno stupratore seriale e un assassino, fino all'elegiaca conclusione, altamente simbolica"
da: www.edizionieo.it
"C’è molto di più del Diego Zandel che conosciamo e amiamo, in questo romanzo dalla struttura che ingolosisce, come una torta a strati diversi e bene aromonizzati. All’inizio ci troviamo dentro un perfetto meccanismo thriller, con protagonista Bob Lang, giornalista d’assalto, e lo scenario di Cipro dove servizi segreti, mafia russa e avventurieri assortiti sono a caccia di una preziosa icona greca, combattono una guerra senza quartiere, e dove non manca, come vuole questo genere narrativo, una donna splendida e sensuale. Un donna di sicuro molto diversa da Susy, moglie di Marco, il vero protagonista del romanzo, padre di un bambino (Ernesto, come Hemingway), impiegato di banca, scontento del trantran familiare, nello scenario della Roma di oggi, gran sognatore, capace di trasformare ogni persona e ogni episodio della sua normalità in un particolare del romanzo che sta scrivendo, con la giusta stilizzazione ed “esagerazione”, quello con Bob Lang e il suo amico Vasco Carena, anziano scrittore di successo....continua a leggere qui".
Buona lettura!
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