Petros
Màrkaris è traduttore, scrittore e sceneggiatore. Ha lavorato per la televisione e ha collaborato, insieme al nostro Tonino Guerra, alla stesura di molte sceneggiature di Theo Angelopoulos. È un uomo affabile e di grande cultura. Parla molte lingue: il greco, il tedesco, il turco, l'inglese e comprende l'italiano.
Màrkaris nasce a Istanbul nel 1937. Il padre è di origine armena e la madre è greca. I suoi genitori appartengono dunque, a due delle minoranze etniche che popolano la Turchia. Greci, armeni, ebrei, turchi, cristiani, musulmani, vivono da secoli in quell’area e in modo pacifico, almeno fino a quando Mustafa Kemal Atatürk scatena la guerra contro la Grecia. Il politico turco ordinerà lo sterminio della comunità ellenica del Ponto - regione dell’Asia Minore che si affaccia sul Mar Nero – e provocherà la Catastrofe del ’22, durante la quale centinaia di migliaia di greci verranno uccisi o espulsi.
Màrkaris nasce a Istanbul nel 1937. Il padre è di origine armena e la madre è greca. I suoi genitori appartengono dunque, a due delle minoranze etniche che popolano la Turchia. Greci, armeni, ebrei, turchi, cristiani, musulmani, vivono da secoli in quell’area e in modo pacifico, almeno fino a quando Mustafa Kemal Atatürk scatena la guerra contro la Grecia. Il politico turco ordinerà lo sterminio della comunità ellenica del Ponto - regione dell’Asia Minore che si affaccia sul Mar Nero – e provocherà la Catastrofe del ’22, durante la quale centinaia di migliaia di greci verranno uccisi o espulsi.
Il massacro
riguarderà anche le minoranze di ebrei e di armeni presenti in quei territori.
Nel 1923 con il
Trattato di Losanna, viene sancita la pace e stabilito lo scambio forzato delle
popolazioni a causa del quale un milione e mezzo di profughi, espropriati di
tutti i loro beni, approderanno in Grecia.
Nel 1951 un’ulteriore tragedia colpirà la minoranza greca di Smirne: un pogrom,
organizzato dai nazionalisti turchi, provocherà la distruzione e devastazione delle abitazioni e delle attività commerciali greche. Ancora una volta si conteranno centinaia di vittime e la presenza greca in quell’area si ridurrà drasticamente.
La Nazione
greca vive quindi, anni di enormi difficoltà sociali, politiche ed economiche.
Dopo
la liberazione dall’occupazione ottomana (1832), si susseguiranno una serie di
disordini sociali e l’arrivo nel 1922 di migliaia di profughi dall’Asia Minore,
non farà che destabilizzare ancor più il Paese.
La Nazione
è chiaramente impoverita, le risorse investite nella Prima Guerra Mondiale e
nel vano tentativo di realizzare H Μεγάλη Ιδέα, La grande Idea - il progetto di
recuperare i territori appartenuti all’Impero Bizantino e di unirli sotto un
unico grande Stato unitario - l’hanno ulteriormente indebolita.
L’ instabilità domina
la scena politica fino al 1935, anno in cui re Giorgio II nomina Capo del
Governo il generale conservatore Ioannis Metaxàs, che nove mesi più tardi instaurerà
una dittatura fascista.
A questi sconvolgimenti storici e politici gli scrittori e gli intellettuali del Paese partecipano in modo variegato. C’è chi si incontra nelle tipografie, nei seminterrati, nelle taverne per esprimere, sotto l’influenza del pensiero simbolista, il tormento della propria esistenza esasperata; chi si dedica alla pubblicazione di nuove riviste – in cui appaiono Kavafis e Kariotakis – e chi affronta la tematica della guerra, come Mirivilis e Venezis.
Con
l’arrivo della dittatura fascista la libertà d’espressione viene, ovviamente, limitata
e ostacolata. Grandi autori riescono tuttavia a emergere e, ripiegando su temi
diversi da quelli politici e sociali, rivelano nuove possibilità di scrittura dando
così il via alla famosa Generazione del Trenta.
Nel 1935 inizierà
anche la pubblicazione di Τα Νέα γράμματα, rivista
fondamentale nella letteratura greca. Le sue pagine accoglieranno grandi
narratori, poeti, scrittori come G. Seferis, O. Elitis e G. Theotokàs. Il ‘ 35
è anche l’anno in cui irrompe in Grecia il Surrealismo, grazie al poeta A.
Embirikos.
Nel
1939 scoppia la Seconda Guerra Mondiale.
La
Grecia di Metaxàs resta neutrale fino al 1940, quando Mussolini, che identifica
quel Paese come un obiettivo ideale per la sua campagna militare, invia un
ultimatum al dittatore greco.
La
risposta di Metaxàs è il famoso Όχι, il No che
farà entrare la Grecia in guerra. L’esercito ellenico avrà la meglio su quello
italiano, ma solo fino all’intervento tedesco che lo farà capitolare.
Nel 1941 tutto il
Paese è sotto il controllo di Italia, Germania e Bulgaria. Si formano vari
movimenti di Resistenza (ELAS, EAM) e fiorisce una letteratura clandestina molto
intensa (per es. con Koutzioulas, Spilios).
Nel
1946 scoppia una nuova guerra civile che durerà tre anni.
Il
Paese è in ginocchio, l’economia è devastata, i viveri scarseggiano e
l’inflazione galoppa. Milioni di greci sono costretti a emigrare.
Sono gli anni
della Guerra Fredda e gli Stati Uniti, nel sostituire l’Inghilterra nel
controllo del Paese, aboliscono i partiti di Sinistra.
In quegli anni i
greci per poter lavorare e votare, devono avere la malfamata χαρτί κοινωνικών φρονιμάτων
(carta
del credo sociale), che attesta la non appartenenza a partiti di Sinistra.
Questo vergognoso documento ha continuato a danneggiare la vita sociale e
lavorativa di molti fino al 1974.
Nel
mondo intellettuale, il secondo dopoguerra è caratterizzato da un’apertura ai
movimenti letterari internazionali. Il poeta greco Giorgos Seferis, nato a Smirne
nel 1900, riceve il premio Nobel per la letteratura: «per i suoi scritti
eminentemente lirici, ispirati da un profondo legame con il mondo della cultura
ellenica».
Purtroppo
questa fortuna e questa vitalità letteraria dureranno solo fino al 1967, anno fatidico
in cui un gruppo di militari con un colpo di Stato instaura la dittatura.
Il
regime è basato sul terrore e sulla violenza e costringe al silenzio e
all’esilio molti intellettuali.
Nel
1973 gli studenti di Atene reagiscono al regime e protestano contro la
dittatura dei Colonnelli, la rivolta viene sedata coi carri armati militari che
invadono l’Università, facendo centinaia di vittime.
Nel
1974 la dittatura viene finalmente rovesciata. Nello stesso anno è indetto un
referendum col quale viene bandita la monarchia e instaurata la democrazia.
Negli anni
successivi le elezioni verranno spesso vinte dal partito socialista PASOK. Il Paese
si ammoderna, si sviluppa e la sua economia migliora.
Nel
1979 arriva alla Grecia un altro Nobel per la letteratura. Il poeta O. Elitis,
nato a Iraklion nel 1911, viene premiato "per la sua poesia, che, contro
lo sfondo di tradizione greca, dipinge con forza e chiarezza intellettuale la
lotta dell'uomo moderno per la libertà e la creatività".
Nel
1981 la Grecia diviene membro della CEE. L’economia del Paese continua a
svilupparsi e a evolversi e nel 2004 questa crescita viene suggellata da un grande
evento: i Giochi Olimpici, che tornano nella loro terra natia dopo più di due
millenni. La manifestazione è memorabile.
Nel
2009 il Partito Socialista di Papandreu vince le elezioni, dopo alcuni anni di
supremazia dei Conservatori. Il nuovo Governo deve prendere delle decisioni
difficili e persino drastiche, per arrestare la crisi del debito greco. Lo
Stato ellenico è infatti coinvolto come il resto d’Europa, nella recessione
globale innescata, nel 2008, dal collasso della banca di investimento
statunitense Lehman Brothers.
Il
Governo di Papandreu approva nel dicembre 2009, un piano finanziario di
austerità che riduce drasticamente la spesa sociale. Questa manovra politica
rischia di abbassare il tenore di vita della popolazione greca e di riporlo a
quello di molte generazioni precedenti. Nel 2010 si susseguono così una serie di
scontri e di scioperi generali.
Concludo questo breve viaggio nella storia, con alcuni versi che O. Elitis scrisse in un momento storico drammatico per la Grecia: «Con quali pietre quale sangue e quale ferro/ Con quale fuoco siamo fatti/ Mentre sembriamo solo nuvola/ E ci lapidano e ci chiamano/ Sognatori/ Come viviamo giorno e notte/ Solo Dio lo sa […] Andiamo insieme e ci lapidino pure/ Chiamandoci sognatori/ Amico, quanti non sentirono mai con quale/ ferro e quali pietre e sangue e quale fuoco/ Costruiamo sogniamo e cantiamo» *.
* O. Elitis, Ήλιος ο Πρώτος
(Sole il Primo) da È
presto ancora…, traduzione di Paola Maria Minucci, Donzelli editore, Roma
2000, pagg. 33, 35.
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