Di
Kavafis, poeta a cavallo tra ‘800 e ‘900, si celebrano quest’anno i 150 anni
dalla nascita e gli 80 dalla morte. E sembra impossibile tanto la sua poesia ci
è oggi attuale e contemporanea.
Una
conferma di questa affermazione che molti ormai giustamente ripetono per questo
grande poeta alessandrino si è avuta qualche giorno fa, il 25 novembre, al
Teatro Vascello nella serata “Kavafis e i poeti”, organizzata dalla Cattedra di
lingua e letteratura neogreca della Sapienza Università di Roma con il
patrocinio dell’Ambasciata di Grecia e dell’Ambasciata di Cipro e il sostegno
del Ministero della Cultura di Grecia.
Un
pubblico numeroso ha infatti gremito il teatro e ha seguito con molta
attenzione il susseguirsi delle letture e dei commenti dei poeti che si sono
alternati sul palco per rendergli omaggio.
Sono
stati invitati poeti da tre paesi: Grecia, Cipro e Italia, rispettivamente
Dionissis Kapsalis, Michalis Pierìs, Daniela Attanasio, Silvia Bre, Franco
Buffoni, Roberto Deidier, Biancamaria Frabotta, Elio Pecora.
Come ha sottolineato Paola Maria Minucci nella sua introduzione, l’idea di questa serata è nata sulla scia della fortuna che fin da anni lontani Konstandinos Kavafis ha avuto tra i nostri poeti: una conferma del dialogo sempre intenso e attuale tra Kavafis e le voci della nostra poesia italiana di oggi.
Le note delle "Canzoni senza parole" del compositore Michele Sganga accompagnato dai giovani Jacopo Mosesso al violoncello e Alexandros Papazoglou alla chitarra acustica, si sono alternate alla musica di Manolis Chatzidakis e del cipriota Evagoras Karaghiorghis in grande sintonia con le tematiche delle poesie lette.
ma sai che ho sempre pensato che battiato somigli molto a kavafis?
RispondiEliminasplendide poesie ma inevitabilmente tradotte perdono parecchio l'atmosfera.
irene
Ciao Irene, non avevo mai pensato a una somiglianza tra i due e l'idea mi piace. Sì in traduzione la poesia rischia di diventare un'altra, eppure ci sono esempi di traduzioni a mio avvivo, magistrali come questa di F. M. Pontani:
RispondiEliminaTorna
Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue
allora che le labbra ricordano, e le carni,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.
Torna sovente e prendimi, la notte,
allora che le labbra ricordano, e le carni...
(Επέστρεφε)